Indice
In questa guida spieghiamo come scrivere un recesso contratto e proponiamo un modulo recesso contratto generico Word e PDF da utilizzare come esempio.
Come Scrivere un Recesso Contrattuale
Una volta concluso il contratto può sorgere l’esigenza di esercitare il diritto di recesso. In buona sostanza una delle parti, attraverso una manifestazione unilaterale di volontà, potrà fare venir meno gli effetti dell’accordo a partire dal momento del relativo perfezionamento. In linea generale è bene sapere che l’istituto trova applicazione nel contratti di durata, quali locazione, rapporti di lavoro, ecc. Il nostro legislatore, tuttavia, ha previsto delle eccezioni, come quella disciplinata dal codice del consumo, in virtù della quale il consumatore ha a disposizione 14 giorni per poter cambiare idea e di conseguenza al fine di far venir meno l’accordo contrattuale.
In ogni caso per poter recedere è indispensabile controllare attentamente le clausole dell’accordo, quindi se è prevista o meno la possibilità di esercitare tale diritto. Nella maggior parte dei casi i contratti presentano una sezione relativa al recesso, quasi sempre alla fine del documento, in cui vengono specificati i termini e le modalità da rispettare.
Spesso capita che, dopo aver sottoscritto un contratto d’acquisto di un prodotto o di un servizio, ci si rende conto che la scelta effettuata non è delle migliori. Cosa è possibile fare per rimediare all’inconveniente? A questo punto bisogna solo verificare se è possibile o meno recedere dal contratto.
La regola generale da tenere a mente è che per un accordo validamente perfezionato non esiste un diritto di recesso, salvo che sia lo stesso contratto a prevedere questo diritto. In altre parole non è ammesso il recesso quando ciò non viene contemplato dal contratto stesso.
Questo principio vale in particolare per gli acquisti che vengono effettuati in negozio, visto che il venditore non è tenuto a cambiare la merce, ad esempio, quando al compleanno il festeggiato ha ricevuto in regalo due articoli uguali. Nell’ipotesi in cui il negoziante dovesse essere disponibile al cambio, siamo di fronte a un gesto commerciale e per questo lo stesso venditore potrà dettare le condizioni, quindi consentire, ad esempio, il cambio non oltre 15 giorni oppure emettere un buono invece che rendere il denaro.
In altre situazioni è la stessa legge a prevedere il recesso, ovvero quando il consumatore non ha l’opportunità di toccare con mano e vedere direttamente il prodotto. Si pensi ai contratti conclusi a distanza, cioè tramite telefono, cataloghi oppure online. In circostanze di questo tipo il legislatore europeo riconosce la possibilità di modificare la scelta d’acquisto. Più nello specifico, il diritto di ripensamento scatta nei contratti che sono stati negoziati fuori dai locali commerciali dell’azienda venditrice o del professionista, quindi nel domicilio o sul posto di lavoro del consumatore, per strada ecc.
Il diritto di recesso è poi garantito per i contratti conclusi a distanza, quindi per gli acquisti effettuati mediante specifiche tecniche di comunicazione impiegando la televisione, il telefono, internet o il fax.
Per queste due tipologie di contratto, perfezionato al di fuori dei locali commerciali o senza la presenza del venditore, cioè a distanza, il legislatore europeo riconosce il diritto gratuito di ripensamento per il consumatore, il quale rappresenta la parte debole del contratto.
Occorre comunque considerare le eccezioni, visto che per alcuni tipi di beni e servizi non è possibile esercitare il recesso. Tutto ciò succede in caso di contratti del tempo libero o per le merci oggetto di personalizzazione, nonché confezionate su misura. Limiti al recesso sono poi previsti quando il contratto, anche se concluso fuori dai locali commerciali, prevede il pagamento di un corrispettivo inferiore a 50 euro. Tale soglia non è comunque prevista per i contratti perfezionati a distanza.
Per ciò che riguarda invece il termine per esercitare il diritto di recesso, questo di regola è di 14 giorni, a partire dalla data di conclusione dell’accordo o dal ricevimento della merce. Questo lasso di tempo può essere prorogato di un anno quando il professionista non informa adeguatamente il consumatore sul diritto di recesso.
Per poter comunicare l’intenzione di recedere il consumatore potrà usare il modulo a suo tempo ricevuto o presentare una qualsiasi dichiarazione esplicita. L’onere della prova grava sempre sul consumatore, per questo non vengono consigliate le comunicazioni telefoniche. La spedizione della merce va fatta al venditore a spese dell’acquirente, salvo che venga disposto diversamente, ad esempio in caso di articoli danneggiati o diversi da quelli ordinati.
Come noto i contratti sono vincolanti ma spesso è normale chiedersi se gli effetti dell’accordo possano cessare o meno. Prima di fornire una risposta al quesito è importante distinguere l’efficacia del contratto, cioè il momento in cui lo stesso diventa vincolante per le parti, dall’esecuzione, ovvero la fase in cui viene resa la prestazione. Nella maggior parte dei casi l’efficacia coincide con l’esecuzione. In una vendita, per esempio, l’acquirente che salda l’importo prenderà di conseguenza il possesso della merce.
Potrebbe succedere, però, che la prestazione venga eseguita in un secondo momento, come quando si effettuano gli ordini su internet, i quali comportano la consegna del prodotto nei giorni successivi al pagamento.
La regola generale, come anticipato, prevede che non è possibile recedere in modo unilaterale da un contratto già firmato, proprio perché il nostro ordinamento prevede che l’accordo diventa vincolante nel momento in cui si perfeziona.
Il diritto di recesso è comunque contemplato con alcune eccezioni a tutela del consumatore, ovvero quando l’acquisto è avvenuto al di fuori del negozio o comunque dei locali commerciali. Basti pensare alle vendite porta a porta, su internet o alle televendite. In situazioni di questo tipo l’acquirente ha 14 giorni per disdire l’accordo e pretendere il rimborso di quanto pagato.
Altro caso di recesso ricorre quando la prestazione non può più essere resa per impossibilità sopravvenuta non imputabile alla parte. Questa volta, però, il diritto di recesso è possibile solo se l’esecuzione non è ancora avvenuta.
Esempio: Tizio ha pagato l’abbonamento annuale per la palestra, ma poco prima di cominciare i corsi subisce un grave incidente che lo costringe a un lungo periodo di convalescenza. In questa ipotesi Tizio potrà ottenere la restituzione di quanto versato, visto che l’impossibilità della prestazione non dipende dal lui e l’accordo non è ancora eseguito. Qualora Tizio avesse sfruttato anche una sola lezione, la disdetta contrattuale non sarebbe più stata possibile.
Quando si sceglie di recedere da un contratto, la prima cosa da fare è quella di verificare le condizioni perché, come spiegato fino a questo punto, la disdetta non è sempre possibile. Quasi tutti i contratti presentano la sezione riguardante il recesso e dalla quale poter ricavare le modalità e il termine da rispettare per esercitare questo diritto.
Disdire il contratto vuol dire in ogni caso manifestare una volontà inequivocabile, per cui sarà necessario scrivere una lettera che dovrà contenere tutta una serie di dati, fra cui quelli anagrafici delle parti e il riferimento all’accordo sottoscritto.
I contratti possono inoltre essere a tempo determinato o indeterminato, ovvero possono prevedere o meno una data di scadenza del rapporto. Quando è possibile disdire senza rispettare la durata stabilita? Quali sono le ragioni per le quali sarà possibile far presente la volontà di chiudere ogni rapporto e far venire meno gli effetti del contratto?
Bisogna prendere in mano il contratto e leggere le clausole, prestando massima attenzione a quelle che riguardano il recesso, proprio al fine di conoscere se si può disdire prima della scadenza. In genere queste clausole si trovano alla fine dell’atto e indicano anche il termine da rispettare per l’invio della disdetta. Individuati i termini, questi non si devono mai sforare, perché altrimenti la controparte potrà avanzare una richiesta di risarcimento pari al disagio generato dal recesso stesso.
Sul punto si può fare un esempio per chiarire meglio. Caio stipula un preliminare di vendita con il quale si impegna ad acquistare un appartamento entro una certa data. Qualora Caio non dovesse rispettare l’accordo, il venditore può trattenere la caparra versata oppure pretendere la prosecuzione dell’accordo.
Si pensi inoltre al caso dell’inquilino che stipula un contratto di affitto, la cui disdetta comporta il rispetto del preavviso di tre mesi. In questo caso non è possibile porre fine alla locazione prima del termine stabilito e il recesso anticipato obbliga comunque al pagamento delle tre mensilità di canone.
Molte persone si chiedono quale possa essere il sistema più sicuro per comunicare validamente la volontà unilaterale di recedere dal contratto. Solitamente il modo per inviare la disdetta viene contemplato all’interno dello stesso accordo sottoscritto. Nella maggior parte dei casi si prevede l’inoltro di un fax, di una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno oppure di una pec. Sono invece da escludere le comunicazioni verbali e telefoniche perché, in caso di contenziosi futuri, sarà difficile provare in giudizio l’avvenuto recesso e comunque l’intenzione di voler porre fine al rapporto.
Si pensi al caso in cui Mevio volesse disdire la fornitura ADSL e che il contratto preveda l’inoltro della disdetta tramite il modulo presente sul sito ufficiale della compagnia. In situazioni del genere è bene attenersi alla clausola, ovvero compilare il modulo su internet con tutti i dati richiesti ma, per maggiore sicurezza è opportuno mandare anche una lettera raccomandata AR direttamente alla sede legale della compagnia. Così facendo si avrà un documento valido da esibire in un eventuale giudizio.
Il recesso di un contratto può essere esercitato in svariati casi e il modulo standard rappresenta solo un punto di riferimento, che bisogna adattare opportunamente in base alle specifiche esigenze, oltre che alla tipologia del rapporto che si desidera interrompere. Si può, ad esempio, disdire una fornitura di luce e gas, un rapporto di agenzia, un abbonamento telefonico e molto altro ancora, ma sempre nel rispetto di precisi termini e condizioni.
In caso di dubbi è sempre opportuno affidarsi a professionisti del settore in grado di formulare una disdetta ad hoc, evitando così spiacevoli conseguenze, visto che, come ampiamente spiegato, il recesso non è sempre ammesso dalla legge. Insomma, ogni situazione necessita di formule apposite attraverso le quali porre fine agli effetti contrattuali e l’intervento di un avvocato si rivela determinante per avere massima tutela e non incorrere in penalità.
Modulo Recesso Contratto Generico Word
Di seguito si trova un fac simile recesso contratto generico Word che è possibile utilizzare come bozza. Il documento di esempio è in formato DOC, può di conseguenza essere aperto e compilato con Word, convertito in PDF o stampato.
Modulo Recesso Contratto Generico PDF
Il modulo recesso contratto generico PDF editabile può essere compilato inserendo al suo interno le informazioni necessarie.