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In questa guida spieghiamo quali sono le regole relative al tesserino di riconoscimento in cantiere e proponiamo un fac simile tesserino di riconoscimento Word e PDF da utilizzare come esempio.
Tesserino di Riconoscimento in Cantiere
Il tesserino di riconoscimento, spesso associato ai cantieri dell’edilizia, ha acquisito un’importanza progressivamente crescente anche in altri contesti di appalto o subappalto, a seguito di modifiche legislative e di interpretazioni fornite dagli enti di controllo. L’obbligo di dotare i lavoratori di un documento identificativo munito di fotografia e informazioni essenziali è stato introdotto per la prima volta in maniera settoriale nella normativa italiana, precisamente a decorrere da ottobre 2006, con l’imposizione ai datori di lavoro del comparto edile di fornire ai propri dipendenti una tessera riportante le generalità del lavoratore, la fotografia e i dati del datore di lavoro. A questa prescrizione si è poi aggiunto l’onere, per il lavoratore, di tenere tale tessera sempre esposta durante l’attività lavorativa, così da garantire trasparenza e tracciabilità di chi opera in un determinato cantiere.
Con il tempo, l’estensione dell’obbligo è stata ampliata. Il Decreto Legislativo 81/2008, meglio noto come Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ha ripreso la stessa idea, specificando che il tesserino diventa obbligatorio non solo nel settore dell’edilizia ma ogniqualvolta ci si trovi a svolgere prestazioni in regime di appalto o subappalto. Non è quindi più circoscritto soltanto ai cantieri edili; si applica, in linea generale, a quei contesti in cui un datore di lavoro appalta opere o servizi a un’altra impresa (o a un lavoratore autonomo) che interviene all’interno di un certo ambiente di lavoro. È lo stesso articolo 18 del Decreto Legislativo 81/2008, al comma 1, lettera u), a chiarire che il datore di lavoro e il dirigente devono munire i propri lavoratori di un’idonea tessera di riconoscimento con fotografia, recante le generalità del dipendente e la denominazione del datore di lavoro, se le attività vengono svolte in appalto o subappalto. Parallelamente, l’articolo 26, comma 8, del medesimo decreto prevede che i datori di lavoro appaltanti e subappaltanti forniscano il tesserino al personale impiegato, mentre l’articolo 20, comma 3, obbliga i lavoratori a esporlo in modo visibile nel corso delle attività. La portata di tali indicazioni è stata ulteriormente aggiornata nel tempo. Con il passare degli anni, è emersa la necessità di chiarire alcuni punti interpretativi, soprattutto in relazione a chi, oltre ai dipendenti, fosse tenuto a dotarsi di una tessera di riconoscimento e, di conseguenza, a esporla durante il lavoro. Inizialmente, la regola sembrava orientata ai soli lavoratori dipendenti delle imprese coinvolte, ma già la normativa del 2006 aveva stabilito che anche i lavoratori autonomi, se operanti all’interno dei cantieri edili, avrebbero dovuto provvedere in proprio a dotarsi di un documento equipollente. La ragione di questa disposizione risiede nella necessità di garantire la sicurezza collettiva e la corretta identificazione di chiunque sia fisicamente presente e svolga un ruolo nel cantiere. Lo stesso articolo 21 del Decreto Legislativo 81/2008, in aggiunta, include anche i membri di imprese familiari tra i soggetti destinatari dell’obbligo di munirsi di tessera identificativa, qualora operino in un contesto di appalto o subappalto.
Per comprendere fino in fondo la ragione di questa disciplina, è importante evidenziare come il tesserino di riconoscimento abbia una funzione di sicurezza. In un cantiere o in un luogo di lavoro dove si accavallano più imprese e maestranze, diventa fondamentale distinguere con immediatezza chi sia autorizzato a starvi e quali siano le sue competenze, oltre a ricostruire velocemente la filiera delle responsabilità, soprattutto in caso di incidenti o controlli ispettivi. Il tesserino consente agli enti di vigilanza (per esempio l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, le ASL, i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, ecc.) di verificare in tempo reale la regolarità del personale presente e di controllare che vengano rispettati i principi sulla sicurezza e la corretta instaurazione dei rapporti di lavoro.
Gli elementi che solitamente compongono la tessera di riconoscimento variano in base alle esigenze aziendali e alle disposizioni legislative. In generale, la fotografia del lavoratore non deve mancare, così come nome e cognome, data di nascita, denominazione o ragione sociale del datore di lavoro, numero di partita Iva di quest’ultimo e data di assunzione del dipendente. Nel caso in cui ci si trovi di fronte a un’impresa che lavora in subappalto, può essere richiesto di inserire anche la data di autorizzazione del subappalto, allo scopo di rendere ancora più trasparente la posizione del lavoratore nel contesto del cantiere. Se parliamo di lavoratori autonomi, è necessario che compaiano la ragione sociale e i riferimenti fiscali, oltre alla foto, e si deve indicare chiaramente il nome del committente per cui viene svolta la prestazione. In alcuni casi, il tesserino potrebbe contenere anche indicazioni ulteriori, come la mansione effettiva, la qualifica professionale o la scadenza in caso di documenti temporanei; ciò può dipendere da accordi interni all’azienda o da disposizioni contrattuali di settore.
Oltre alla dotazione della tessera, la legge impone che essa venga effettivamente esposta. Questo significa che il lavoratore non deve tenerla in tasca o dentro il portafoglio, ma dovrebbe indossarla o fissarla in modo visibile, per permettere a chiunque di identificarlo senza dover effettuare specifiche richieste verbali. Proprio quest’obbligo di esposizione è stato oggetto di particolare attenzione da parte degli organi di vigilanza, poiché risulta cruciale nei grandi cantieri o negli ambienti di lavoro complessi, dove operano più imprese contemporaneamente. Se un lavoratore non espone il tesserino, può incorrere in sanzioni che, per il dipendente, sono generalmente di importo compreso tra 50 e 300 euro. Per il datore di lavoro, invece, il mancato rilascio della tessera ai dipendenti può comportare una sanzione ancora maggiore, da 100 a 500 euro per ogni lavoratore trovato sprovvisto.
Una questione rilevante riguarda la nota n. 656 del 23 gennaio 2025, emanata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Tale nota, formulata in seguito alla Legge 203/2024, ha fornito nuovi chiarimenti rispetto alla revisione operata sull’articolo 304, comma 1, lett. b), del Decreto Legislativo 81/2008, e in particolare rispetto all’abrogazione dei commi 3, 4 e 5 dell’articolo 36-bis del Decreto Legge 223/2006, convertito con modificazioni dalla Legge 248/2006. Questo intervento normativo ha riorganizzato la materia, eliminando vecchie disposizioni divenute ridondanti o in contrasto con il nuovo impianto, e confermando l’obbligo generale di dotazione e esposizione della tessera di riconoscimento per tutti i soggetti coinvolti in attività in appalto e subappalto. La nota dell’Ispettorato evidenzia inoltre come la tessera rappresenti un caposaldo del principio di tracciabilità e sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro, soprattutto se tali luoghi, come i cantieri, sono caratterizzati da elevati rischi e dall’interazione di più operatori. L’adempimento è considerato talmente significativo che, nel caso del lavoratore autonomo che operi in un cantiere o in un appalto, l’assenza della tessera si traduce in una responsabilità diretta nei confronti della pubblica autorità. Il lavoratore autonomo, non avendo un datore di lavoro che provveda a rilasciargli il documento, deve dotarsene personalmente e riportare i dati che confermino la sua identità, la propria partita Iva o codice fiscale, e soprattutto il committente presso il quale sta prestando l’opera. Se il lavoratore autonomo è trovato privo della tessera, o se non la espone in modo visibile, scatta una sanzione amministrativa compresa tra 50 e 300 euro, analoga a quella prevista per il lavoratore dipendente che omette di esporre il documento, con la differenza che, nel caso del lavoratore autonomo, la mancanza della tessera stessa (non soltanto la mancata esposizione) rappresenta un inadempimento che ricade pienamente sulla sua persona.
Dal punto di vista operativo, molte aziende adottano un verbale di consegna che attesti la fornitura del tesserino. In tale documento si indica il nominativo del dipendente, si riporta la data di consegna e si specifica l’obbligo di notifica immediata al datore di lavoro nel caso di smarrimento o deterioramento, così da poter procedere alla sua rapida sostituzione. Questa prassi ha un duplice scopo, in quanto tutela il datore di lavoro nel caso di eventuali contestazioni (può dimostrare di aver adempiuto all’obbligo consegnando regolarmente la tessera) e ricorda al lavoratore l’onere di esporla costantemente.
Dal punto di vista sanzionatorio, il Decreto Legislativo 81/2008 stabilisce, all’articolo 55, comma 5, lettera i, che il datore di lavoro dell’impresa appaltatrice o subappaltatrice che non fornisce il tesserino ai propri dipendenti è soggetto a una sanzione amministrativa pecuniaria variabile da 100 a 500 euro per ciascun lavoratore. Questa misura mira a garantire che ogni lavoratore in cantiere sia identificabile e che l’impresa non possa sottrarsi agli obblighi di regolarità contributiva e di sicurezza. Quanto al lavoratore dipendente che, pur avendo ricevuto la tessera, non la espone, l’articolo 59, comma 1, lettera b, prevede una sanzione amministrativa da 50 a 300 euro. Per il lavoratore autonomo, la sanzione oscilla tra 50 e 300 euro sia nel caso in cui non si doti del tesserino di riconoscimento (articolo 60, comma 1, lettera b) sia nel caso in cui, pur possedendolo, non lo esponga (articolo 60, comma 2). È evidente come il legislatore abbia voluto rendere effettivo l’obbligo coinvolgendo direttamente chi lavora, affinché non resti una mera prescrizione formale.
L’importanza di questo strumento trova dunque ragione nella necessità di tutelare la sicurezza delle persone che entrano in un contesto produttivo, oltre a contrastare il lavoro nero e l’elusione di norme fiscali e previdenziali. La tessera di riconoscimento, grazie alla sua immediatezza d’uso e alla trasparenza che offre, è diventata una componente fondamentale dell’organizzazione della sicurezza nei cantieri e, più in generale, nelle attività svolte in regime di appalto o subappalto. Non si tratta soltanto di un cartellino con foto, ma di un vero e proprio presidio di controllo e legalità, voluto dal legislatore per responsabilizzare tanto i datori di lavoro quanto i lavoratori stessi. I recenti aggiornamenti, culminati nella nota dell’Ispettorato del 2025, confermano l’intenzione di mantenere questo strumento al centro della strategia di prevenzione e di farlo valere come elemento indispensabile per promuovere trasparenza, sicurezza e regolarità nei rapporti di lavoro.

Modello Tesserino di Riconoscimento Word
Di seguito si trova un fac simile tesserino di riconoscimento Word che è possibile utilizzare come bozza. Il documento di esempio è in formato DOC, può di conseguenza essere aperto e compilato con Word, convertito in PDF o stampato.
Fac Simile Tesserino di Riconoscimento PDF Editabile
Il fac simile tesserino di riconoscimento PDF editabile può essere scaricato e compilato con i dati mancanti.