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In questa guida spieghiamo come scrivere una revoca mandato professionale commercialista e proponiamo un fac simile revoca mandato professionale commercialista Word da utilizzare come esempio.
Revoca Mandato Professionale Commercialista
Il commercialista ha un ruolo molto delicato sia quando svolge le sue funzioni in ambito aziendale che privato. Spesso i clienti che lo scelgono come proprio consulente hanno grandi aspettative di essere seguiti e aiutati in modo attento, ma poi le aspettative vengono deluse e l’unica via d’uscita resta la revoca del mandato.
Nella maggior parte dei casi la scelta di fare revoca di mandato professionale al commercialista passa attraverso numerosi dubbi, e generalmente diventa l’ultima spiaggia dopo svariati tentativi di riprendere il rapporto, diversi richiami a svolgere il suo ruolo con maggiore attenzione e tante telefonate in attesa di risposte e chiarimenti che non arrivano. Non solo, in molti casi manca il coraggio di sostituire il consulente con il quale si è creato un rapporto di fiducia e amicizia al quale risulta difficile porre fine.
Senza trascurare le ragioni di ordine pratico come la vicinanza del suo studio alla propria attività o abitazione e il possesso da parte sua di tutta la documentazione fiscale degli ultimi anni ordinata in modo cronologico, l’accesso al proprio cassetto fiscale e la conoscenza approfondita della situazione economico-patrimoniale, sia che si tratti di una società che di un soggetto privato.
Insomma, la decisione di revocare il proprio commercialista è tanto legittima quanto complessa dal punto di vista dei rapporti personali, ma quando diventa necessaria occorre porre in essere tutte le attività prevista dalla legge per non fare alcun errore.
La procedura è molto semplice e veloce e non prevede molta burocrazia, ma ciò che conta è essere trasparenti con il professionista, prospettandogli le reali intenzioni senza omettere nulla.
Come vedremo nel dettaglio, infatti, l’imprenditore o il privato che intende revocare il professionista deve avvisarlo della propria decisione in modo espresso, seguendo la procedura indicata dalla legge ed estinguendo contestualmente anche le fatture ancora non pagate. Non bisogna dimenticare che il pagamento degli arretrati spetta sempre al professionista, quando ovviamente non vi sono contestazioni a riguardo.
La revoca del commercialista è un atto unilaterale molto utilizzato nella prassi che non può essere contestato dal professionista, qualsiasi siano le ragioni che lo hanno originato. Come vedremo, infatti, in caso di disappunto egli potrà chiedere solo il pagamento delle sue spettanze fino al giorno della revoca.
Il primo passo da porre in essere per cambiare commercialista è scrivere la revoca dell’incarico conferito precedentemente. Per questo bisogna chiedersi come è stato conferito il mandato, cioè se per iscritto o verbalmente.
In entrambi i casi la revoca fa fatta per iscritto, comunicando con un anticipo di circa 3-4 mesi che la scelta sul servizio di consulenza è mutata e che dal momento della ricezione della revoca egli può ritenersi libero dal proprio mandato di consulenza fiscale. In questo modo viene fissata una data precisa per chiudere le pratiche ancora in essere e per determinare i compensi finali da liquidare.
Ciò significa che da quella data in avanti il commercialista non sarà più tenuto a mantenere la contabilità né a controllare la situazione fiscale del cliente, né potrà chiedere ulteriori mensilità. Insomma, la data della notifica della raccomandata o della ricevuta della PEC rappresentano il confine temporale entro il quale il professionista revocato dovrà muoversi.
Attenzione, però, al caso in cui il mandato sia stato conferito con un atto scritto. In questo occorrerà verificare quali sono le modalità di revoca e i termini indicati nel documento, perché occorrerà rispettarli in modo preciso. In altre parole, quell’atto con cui è stato conferito mandato professionale è un vero e proprio contratto che costituisce legge tra le parti e va rispettato.
La revoca, dunque, va posta in essere entro i termini indicati e se è prevista la comunicazione con raccomandata o a mezzo PEC occorre utilizzare tali strumenti, verificando l’avvenuta ricezione da parte del commercialista. Ricordiamo che nella raccomandata o nella PEC si dovrà essere molto chiari sulla volontà di revocare il mandato, specificando, ove lo si ritenga opportuno, le cause che hanno dato origine a tale decisione.
Una questione piuttosto problematica riguarda la gestione dei dichiarativi che hanno ad oggetto l’anno del passaggio dal vecchio al nuovo commercialista: in caso di recesso anticipato del mandato, infatti, i dichiarativi devono essere compilati dal commercialista precedente e non da quello appena nominato.
Risulta essere proprio in questa situazione che spesso nascono i conflitti, dal momento che la lettera di revoca deteriora i rapporti con il consulente precedente che potrebbe decidere di non evadere le pratiche in corso e non concludere gli adempimenti previsti. Non dimentichiamo che il rapporto con il proprio commercialista è di natura fiduciaria e l’atto di revoca scatena sempre un malcontento che spesso sfocia in silenzi e nel rifiuto ad adempiere ai suoi compiti.
In ogni caso, se si verifica questa possibilità si può ricorrere a due soluzioni: la prima è quella di indicare all’interno della lettera di revoca che egli è tenuto a occuparsi dei dichiarativi fino alla data del mandato come previsto dalla legge. Oppure, se il rapporto è già logorato e non si ripone neanche più fiducia nell’operato del vecchio commercialista, si può decidere di affidare anche questo adempimento al nuovo professionista, specificandolo nel mandato in modo chiaro ed espresso.
In tale ipotesi, occorrerà indicare nel nuovo atto che tutte le attività contabili e fiscali ancora attive sono a suo carico ed eventualmente pagate separatamente dal pacchetto pattuito. Solo seguendo tali formalità si potranno evitare problematiche ulteriori, iniziando nel modo giusto il rapporto con il nuovo consulente.
Facciamo un esempio, se ci rivolgiamo al nuovo commercialista il 1 febbraio dell’anno in corso, egli dovrà occuparsi dei dichiarativi e dell’intera situazione finanziario fino al giorno 31 gennaio dello stesso anno. In questo caso, il commercialista che è stato revocato dovrà occuparsi degli adempimenti dovuti l’anno precedente. Parliamo delle dichiarazione IRAP, IVA, del modello 770, dichiarazione redditi e la certificazione unica. Ciononostante, il professionista precedente potrebbe rifiutarsi di evadere tali pratiche non considerandole di sua competenza vista l’interruzione del rapporto lavorativo.
Quando un’azienda o un privato cittadino nomina un commercialista, ripone tutta la fiducia nella sua attività e professionalità e sulla base di tale rapporto fiduciario gli consegna la documentazione che riguarda la sua situazione economica, fiscale e immobiliare per il calcolo delle imposte. Questo significa che anche dopo la revoca quella documentazione resta di proprietà del cliente e ha tutto il diritto di chiederne la restituzione, senza avere alcun timore.
Il commercialista non ha nessun diritto a trattenere la documentazione ed è tenuto a restituirla prima possibile. In caso contrario, il legittimo proprietario ha il diritto di denunciarlo e adire le vie legali. Bisogna ricordare, infatti, che i documenti più importanti di cui chiedere la restituzione sono i registri IVA, i registri contabili e la documentazione tributaria e fiscale.
Non solo, il consulente neo-nominato deve rispettare anch’egli delle regole precise che sono contenute nel codice deontologico relativo al loro ordine professionale. Parliamo dell’articolo 16 in materia di cambio commercialista e passaggio delle consegne che hanno ad oggetto la documentazione dei clienti. Il comportamento che egli dovrà tenere deve essere fondato sul principio di lealtà e trasparenza e di tipo collaborativo, per evitare di aumentare asti e dissapori tra il professionista revocato e il cliente.
In passato la consegna della documentazione al nuovo commercialista avveniva in modo cartaceo, consegnando tutti i faldoni che riguardavano l’azienda. Essi dovevano essere sottoscritti e conservati per circa dieci anni anche dal nuovo consulente. Fortunatamente oggi il mondo gira intorno al digitale e anche la contabilità viene mantenuta prevalentemente in modo virtuale. Per questo la consegna avviene attraverso chiavi USB, CD- ROM e memoria esterna da conservare in archivio.
In quest’ottica, il nuovo commercialista dovrà in primo luogo accettare l’incarico da parte del cliente, constatando preliminarmente che il collega sia stato reso edotto del passaggio e che abbia accettato formalmente la revoca dell’incarico.
Se il neo arrivato dovesse accorgersi che non è stata seguita la corretta procedura da parte del cliente, egli dovrà personalmente prendersi carico dell’informazione, avvisando formalmente il collega revocato. Successivamente, dovrà verificare che la decisione di revocare il professionista non sia stata dettata da ragioni di opportunità come la mancata volontà di pagare le fatture al professionista per il lavoro già svolto negli anni o nelle mensilità passate, per non rispettare le decisioni legittimamente prese dal commercialista o, infine, per non rispettare la legge.
Dopo tali verifiche, dovrà accertarsi che il cliente abbia liquidato le fatture sospese del suo collega, a eccezione di quelle che eventualmente sono state contestate.
La decisione di cambiare il commercialista richiede una serie di adempimenti da effettuare entro i termini previsti dalla legge. Il primo riguarda la comunicazione del nominativo del nuovo professionista all’Agenzia delle Entrate con una comunicazione per iscritto entro 30 giorni dalla nomina.
Si tratta di una procedura che deve eseguire il nuovo consulente che accetta il mandato e non il cliente, per rendere edotto il fisco della nuova sede nella quale verranno depositate e conservate le scritture contabili della società. Quest’ultima, infatti, ha due sedi diverse: una è quella amministrativo. Operativa e l’altra dove, invece, verranno custoditi i documenti fiscali e rappresenta la sede del commercialista che cura la sua contabilità.
Si tratta, in altre parole, del luogo dove vengono inviate le pec, e dove si effettuano gli scambi di comunicazione tra le piattaforme fiscali e il commercialista. Nel caso in cui il cliente esercitasse la sua professione in regime forfettario, non sussiste l’obbligo di tenere la contabilità e pertanto non vi è indicazione della sede di collocazione della documentazione contabile e fiscale.
Quando si è determinati a revocare il commercialista, è importante individuare il periodo dell’anno migliore per poterlo fare considerando le incombenze e gli adempimenti da fare. Secondo l’esperienza, in caso di azienda con un regime di contabilità semplificata IVA o ordinaria IVA, è consigliabile inviare la revoca entro la fine dell’anno precedente in quanto tale momento coincide con la chiusura del bilancio di esercizio.
L’inizio del nuovo anno, invece, e cioè il primo gennaio rappresenta il momento in cui si apre l’esercizio e il commercialista che ha ricevuto il nuovo mandato dovrà procedere con la nuova apertura dei conti, mentre il precedente consulente dovrà evadere le pratiche che riguardano l’anno che è passato.
Se il nuovo commercialista si trova a operare nel corso di un esercizio amministrativo, il suo lavoro diventa più complesso perché dovrà riguardare anche il lavoro già svolto dal suo predecessore, rielaborando nuovamente le contabilità per verificarne la correttezza e, in caso affermativo, confermarle fino al termine dell’anno.
Per questi motivi, il consiglio è quello di procedere alla revoca e alla successiva nomina dal primo gennaio, dividendo i compiti in modo più chiaro.
La scelta del commercialista è molto complessa, basti pensare alla documentazione sensibile che gli viene affidata, alla privacy che deve rispettare e alla tutela degli interessi del cliente che deve essere pronto a sostenere in qualsiasi situazione quest’ultimo si trovi.
Per questo è bene sceglierne uno che abbia sufficiente esperienza per consigliare bene l’assistito sulle mosse da compiere ma anche con una mentalità elastica e pronta alle innovazioni per le pratiche digitali sempre più complesse ed elaborate. Insomma, il nuovo commercialista deve fornire un servizio di qualità che soddisfi un’azienda a 360 gradi, in continuo aggiornamento e pronto a rimediare agli errori, qualora ne commettesse uno.
Ma cosa accade se un commercialista sbaglia una pratica? Chi paga l’errore commesso? In generale i professionisti sono dotati di un’assicurazione che paga in caso di errori, ma non è difficile trovare un commercialista che lavora all’interno di uno studio dotato anche di consulenti del lavoro, legali e tributaristi che formano un vero e proprio team pronto a dare assistenza ad aziende e privati in qualunque situazione.
Quando si tratta di società per azioni la figura del commercialista diventa di primaria importanza per mantenere la contabilità sempre aggiornata, elaborare bilanci di fine esercizio sempre precisi, calcolare l’IVA ed eventualmente eseguire compensazioni che aiuteranno l’imprenditore a un esborso inferiore.
Per questo è necessario individuare il nuovo consulente forti della precedente esperienza, sottoscrivendo un mandato in forma scritta nel quale vengano individuate le sue competenze specifiche, le dichiarazioni che deve presentare, eventuali compensazioni da effettuare, il costo mensile o trimestrale a cui si andrà incontro ed eventualmente il termine del mandato. In questo modo si eviteranno problemi e disguidi, iniziando tale rapporto in modo chiaro.
Modello Revoca Mandato Professionale Commercialista
Di seguito si trova un fac simile revoca mandato professionale commercialista che è possibile utilizzare come bozza. Il documento di esempio è in formato DOC, può di conseguenza essere aperto e compilato con Word, convertito in PDF o stampato.