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In questa guida spieghiamo come risolvere un contratto di comodato e mettiamo a disposizione un fac simile disdetta comodato d’uso gratuito Word e PDF editabile.
Come Risolvere il Contrato di Comodato d’Uso Gratuito
Il comodato d’uso rappresenta un contratto essenzialmente gratuito mediante il quale una parte, in qualità di comodante, trasferisce all’altra parte, in qualità di comodatario, un bene mobile o immobile affinché questi possa utilizzarlo per un determinato periodo di tempo o per uno scopo specifico, con l’obbligo di restituirlo al termine dell’accordo. Questo tipo di contratto può essere redatto sia in forma verbale che scritta. Nel caso in cui si scelga la forma scritta, è necessario registrare il contratto di comodato d’uso gratuito immobiliare entro trenta giorni dalla sua stipula, utilizzando il modulo apposito per la registrazione. Qualora il contratto sia verbale, la registrazione diventa obbligatoria solo se vi è un esplicito riferimento a tale contratto in un altro atto già sottoposto a registrazione. La registrazione del contratto è particolarmente importante se si desidera beneficiare di specifiche agevolazioni fiscali legate alla casa, come la riduzione dei tributi locali o il bonus ristrutturazioni. Indipendentemente dalle agevolazioni fiscali, è fortemente consigliato adottare sempre la forma scritta per evitare potenziali contenziosi tra le parti coinvolte. La documentazione scritta fornisce infatti una chiara evidenza degli accordi presi, riducendo il rischio di malintesi e dispute legali future.
La risoluzione del contratto di comodato d’uso da parte del comodante può avvenire in diverse circostanze. Una delle situazioni più comuni si verifica quando il contratto giunge a scadenza naturale, momento in cui il comodatario è tenuto a restituire il bene entro il termine stabilito. Un altro scenario si presenta quando il comodatario ha completato l’uso previsto dal contratto. Per esempio, se un immobile è stato concesso per permettere di frequentare l’università fuori sede e il comodatario ha conseguito la laurea, il proprietario può richiedere la restituzione dell’immobile anche in assenza di una data di scadenza specifica nel contratto. Inoltre, il comodante può esercitare il diritto di risolvere il contratto in presenza di un urgente e impreveduto bisogno del bene concesso in comodato, come previsto dall’articolo 1809 del Codice Civile. In tali casi, il comodante ha la facoltà di richiedere la restituzione immediata del bene. La risoluzione del contratto può inoltre essere effettuata qualora il comodatario dimostri inadempienze rispetto agli obblighi contrattuali. Tali inadempienze possono includere la mancata conservazione diligente dell’immobile, l’uso improprio del bene, come l’utilizzo dell’immobile per scopi diversi da quelli previsti, o la sublocazione del bene senza il consenso esplicito del comodante. In questi casi, il comodante non solo può richiedere la restituzione del bene, ma anche pretendere un risarcimento per i danni subiti a causa delle azioni del comodatario.
Anche il comodatario ha la possibilità di recedere dal contratto e restituire il bene, anche se la legge non specifica chiaramente questa facoltà. Visto che tale iniziativa potrebbe causare un danno al comodante, è prassi comune prevedere nel contratto che il comodatario debba comunicare la propria intenzione di recesso con un adeguato preavviso. Inoltre, il contratto può richiedere che il recesso sia soggetto all’espressa accettazione del comodante, garantendo così che la restituzione avvenga in maniera ordinata e consensuale, minimizzando il rischio di conflitti tra le parti coinvolte.
A differenza delle locazioni e degli affitti, le cui risoluzioni sono disciplinate dall’articolo 17 del DPR in questione, per le chiusure di comodato l’unico riferimento normativo pertinente è l’articolo 28 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUR). Quest’ultimo regola la risoluzione di un contratto di comodato, distinguendo in base al fatto che la risoluzione comporti o meno attribuzioni patrimoniali, imponendo rispettivamente un’imposta fissa o una aliquota del 3%.
Nel contesto delle locazioni, l’articolo 17 del DPR fornisce una disciplina dettagliata sulle modalità di risoluzione del contratto, inclusi i termini e le condizioni necessarie per una corretta cessazione dell’accordo. Per quanto riguarda il comodato d’uso, la normativa è meno articolata e si limita a delineare le condizioni generali di risoluzione tramite l’articolo 28 del TUR. Questo articolo stabilisce che la risoluzione di un contratto di comodato può avvenire in modo semplice e flessibile, adattandosi alle specifiche esigenze delle parti coinvolte, a differenza delle locazioni che richiedono procedure più rigide e formali.
Inoltre, per il comodato immobiliare, anche quando il contratto è stato stipulato in forma scritta, non esiste l’obbligo di redigere anche l’atto di risoluzione tramite un documento. Questo permette una maggiore libertà contrattuale, consentendo alle parti di decidere come formalizzare la cessazione del comodato in base alle proprie necessità. Generalmente, sarà sufficiente la riconsegna del bene da parte del comodatario, accompagnata da una richiesta preventiva di restituzione, senza necessità di fornire motivazioni particolari, diversamente da quanto previsto nei contratti di locazione. È comunque consigliabile redigere un verbale della restituzione, preferibilmente inviandolo tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) o raccomandata con ricevuta di ritorno, al fine di avere una prova certa dell’avvenuta restituzione e della volontà delle parti di porre fine al contratto.
Nel caso in cui le parti decidano di formalizzare la risoluzione del contratto di comodato in forma scritta, è necessario procedere alla registrazione dell’atto entro un termine prestabilito, come previsto dall’articolo 28 del TUR. La registrazione deve avvenire entro venti giorni dalla data di stipula dell’atto di risoluzione e richiede la presentazione di almeno due copie dell’atto stesso all’ufficio competente. Ogni copia deve essere soggetta a un’imposta di bollo pari a 16 euro ogni 100 righe scritte e deve essere versata un’imposta di registro di 200 euro tramite il modello F24 ordinario, utilizzando il codice tributo 1550. Inoltre, è necessario compilare il modello 69 per la richiesta di registrazione, garantendo così la conformità formale dell’atto di risoluzione.
La mancata registrazione dell’atto di risoluzione comporta conseguenze significative. Infatti, se l’atto non viene registrato, la società in nome collettivo (s.n.c.) rimane irregolare, il che significa che i rapporti tra la società e i terzi non saranno regolati dalle norme specifiche previste per la s.n.c., ma dalle disposizioni applicabili alla società semplice, risultando in una tutela meno favorevole per i soci.
Fac Simile Risoluzione Contratto di Comodato Word
Il fac simile risoluzione comodato d’uso gratuito Word può essere scaricato e modificato in modo da adattarlo a quelle che sono le proprie esigenze.
Modello Disdetta Contratto Comodato d’Uso Gratuito PDF Editabile
Il modulo disdetta comodato d’uso PDF editabile può essere compilato inserendo al suo interno i dati richiesti.