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In questa guida spieghiamo come compilare la dichiarazione di conformità impianto elettrico e proponiamo un modulo Word e PDF editabile da scaricare.
Come Compilare la Dichiarazione di Conformità Impianto Elettrico
Al fine di attestare la conformità di un impianto elettrico è necessario rilasciare una certificazione nel rispetto della normativa vigente. Più nel dettaglio, un tecnico abilitato sarà chiamato a dichiarare, sotto la sua piena responsabilità, che l’impianto è stato eseguito a regola d’arte oppure che le relative modifiche sono state effettuate rispettando le disposizioni legislative-
Il Decreto Ministeriale 37 del 2008 prevede sanzioni amministrative, da 100 a 1000 euro, in caso di violazioni inerenti gli obblighi di certificazione. Sarà quindi importante evitare situazioni spiacevoli, per cui è bene presentare una dichiarazione non solo corretta, ma conforme alla legge in vigore. Per tali ragioni bisogna affidarsi a professionisti qualificati che utilizzano specifici software, in grado di produrre una documentazione chiara e priva di errori.
Ma cos’è esattamente la dichiarazione di conformità di un impianto elettrico? Si tratta di un documento che viene rilasciato una volta ultimati i lavori da parte del tecnico, responsabile dell’impresa, ovvero da chi ha provveduto all’installazione o alle modifiche dell’impianto elettrico. I riferimenti normativi da tenere in considerazione sono, oltre al citato Decreto Ministeriale, anche la Legge 46 del 1990.
Com’è facile intuire, la certificazione di un impianto elettrico svolge un ruolo importante, in quanto serve a provare la garanzia e la sicurezza dei lavori svolti. Per questo motivo il documento viene spesso chiamato semplicemente Di. Co, che vuol dire, per l’appunto, dichiarazione di conformità.
Bisogna poi fare presente che la Di. Co si riferisce a qualsiasi genere di impianto elettrico, per esempio di videosorveglianza, radiotelevisivi, oppure relativo a cancelli, protezione contro gli agenti atmosferici e per la protezione incendi.
Il nostro legislatore ha previsto l’introduzione della dichiarazione di conformità per evitare alcune criticità che accadevano in passato. Un tempo, infatti, gli impianti venivano spesso installati da tecnici improvvisati e privi di specifiche competenze tecniche.
Il Decreto Ministeriale del 2008 prescrive che soltanto le ditte o gli elettricisti iscritti al registro delle imprese, aventi i necessari requisiti professionali, sono abilitati all’esercizio dell’attività.
La documentazione, inoltre, deve essere compilata con la massima attenzione, per cui sarà necessario compilare tutti i campi, senza tralasciare nessuna voce. Diversamente l’impianto non sarebbe a norma.
Il Decreto Ministeriale num. 37 del 2008, al comma primo, elenca gli impianti per i quali bisogna rilasciare la certificazione. La lista comprende quelli di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione e uso dell’energia elettrica, nonché di protezione contro le scariche atmosferiche, destinati all’automazione di cancelli, porte e barriere, radiotelevisivi ed elettronici in genere.
La certificazione di conformità è anche prevista per gli impianti di condizionamento, climatizzazione, riscaldamento, refrigerazione, idrici, sanitari, ventilazione, aerazione, compresi i lavori di evacuazione dei fumi della combustione e delle condense di qualsiasi specie.
La conformità, infine, andrà rilasciata in caso di impianti destinati alla distribuzione e all’uso di gas, oltre che per quelli di sollevamento di persone o di cose tramite ascensori, montacarichi, scale mobili e di protezione antincendio.
Ma quando la dichiarazione di conformità diventa obbligatoria? In linea generale la Di. Co sarà necessaria non solo in caso di nuovi impianti, ma anche per gli interventi di trasformazione, ampliamento o manutenzione straordinaria.
Alla luce di quanto spiegato, pertanto, la sola ipotesi in cui la certificazione non è necessaria è la manutenzione ordinaria. Tutti gli impianti, a partire dal 2008, devono quindi avere la certificazione di conformità, necessaria quando bisogna avviare una compravendita.
Stesso vale per gli affitti, perché se l’impianto dovesse presentare delle anomalie, tali da compromettere la sicurezza dell’inquilino, quest’ultimo avrebbe tutto il diritto di non corrispondere i canoni fino a quando non venga risolto il problema.
La Di. Co, essendo finalizzata a specificare tutti gli aspetti riguardanti l’intervento svolto sull’impianto, dovrà contenere necessariamente determinate voci.
Per prima cosa occorre specificare la ditta appaltatrice, ovvero i riferimenti dell’azienda, il nome del rappresentante legale e l’iscrizione al registro delle imprese.
Seguono i dati relativi al committente, cioè di chi ha chiesto l’esecuzione dei lavori. In questa seconda parte, pertanto, vengono elencate le generalità della committenza, privata o pubblica.
La ditta appaltante provvederà inoltre a dichiarare, sotto la sua responsabilità, che gli interventi sono stati realizzati a regola d’arte, ovvero nel rispetto delle normative vigenti, impiegando materiali idonei e che garantiscono la sicurezza dell’utente.
Una sezione della dichiarazione di conformità è poi dedicata ai controlli e agli esami. Prima di consegnare il lavoro al committente, infatti, il tecnico effettua una serie di verifiche per attestare che l’impianto sia effettivamente conforme, nonché dotato dei necessari sistemi di protezione e dei circuiti in linea con le norme CEI.
A tutto ciò si aggiungono lo schema d’impianto e la parte cui vengono elencati tutti i componenti che costituiscono l’impianto elettrico certificato, come ad esempio gli interruttori provvisti di amperaggio, le tipologie di condutture, della messa a terra, ecc.
Alla dichiarazione di conformità andrà infine allegato il libretto di istruzioni e manutenzioni, in cui trovare le informazioni utili al fine di permettere al responsabile dell’impianto, al manutentore, all’utilizzatore oppure al proprietario di mantenere l’impianto in buone condizioni.
In questa maniera non si fa altro che garantire l’affidabilità, la funzionalità e la sicurezza nel corso tempo. L’assenza di manutenzione e le manomissioni dell’impianto, possono infatti provocare seri danni alle persone o alle cose, nonché malfunzionamenti di vario genere.
Si fa presente che quando un impianto elettrico viene certificato sarà in condizioni di garantire la massima funzionalità, in quanto conforme alla norma CEI 64-8.
La Di. Co si distingue dalla dichiarazione di rispondenza, cioè da un documento sostitutivo del certificato originale, obbligatorio e riguardante gli impianti di qualunque edificio residenziale o commerciale. La sostituzione si verifica nel momento in cui il documento originale non è disponibile, perché non è stato a suo tempo elaborato.
La dichiarazione di rispondenza, quindi, viene redatta per impianti già esistenti e installati fra il 1990 e il 2008, periodo in cui era prescritta la Di. Co.
Da segnalare che la dichiarazione di rispondenza non serve a certificare la conformità alle vigenti leggi, ma a quelle che erano in vigore in passato. Questo vuol dire che il documento resta valido per gli impianti che non hanno subito cambiamenti dopo quella data. Diversamente la rispondenza non sarà valida e occorre provvedere all’adeguamento dell’impianto secondo le leggi attuali. In ogni caso vale la seguente regola: quando l’impianto è stato realizzato dopo il Decreto Ministeriale del 2008 serve sempre una dichiarazione di conformità.
L’articolo 3 del Decreto Ministeriale del 2008 sancisce quali sono le aziende che possono rilasciare legittimamente la dichiarazione di conformità. Si tratta delle società che sono iscritte nel registro di cui al Decreto del Presidente della Repubblica num. 881 del 1995, nonché nell’albo provinciale delle imprese artigiane istituito dalla Legge num. 443 del 1985.
In caso di imprenditori individuali, il legale rappresentante oppure il responsabile tecnico, devono possedere specifici requisiti professionali, ex articolo 4 del Decreto Ministeriale del 2008.
Si richiede, in particolare, che tali soggetti abbiano conseguito il diploma di laurea in materia tecnica presso una università statale oppure legalmente riconosciuta. In alternativa serve l’attestato e la specifica qualifica di scuola secondaria, ottenuti presso un istituto statale o legalmente riconosciuto, a cui dovrà seguire l’inserimento, di almeno 2 anni continuativi, alle dipendenze di una impresa del settore.
Può inoltre essere sufficiente il titolo, ai sensi della normativa vigente e in materia di formazione professionale, al quale dovrà accompagnarsi un periodo di inserimento, di almeno 4 anni, presso un’impresa specializzata.
Ammessa è anche la prestazione lavorativa alle dipendenze di una società abilitata per un periodo non inferiore a tre anni, escluso quello di apprendistato e svolto come operaio qualificato, come meglio definito dall’articolo 1.
Come accennato, la mancanza della Di. Co prevede l’applicazione di una sanzione pecuniaria, da 100 a 1.000 euro, da stabilire in base alla complessità e all’entità dell’impianto, nonché alla pericolosità riscontrata e alle altre circostanze obiettive.
L’accertamento delle violazioni presuppone una verifica a carico delle imprese installatrici, che verrà comunicata alla sede della Camera di commercio. Quest’ultima, a sua volta, provvederà all’annotazione nell’albo provinciale delle imprese artigiane oppure nel registro delle imprese in cui la società inadempiente risulta iscritta. Verrà così stilato un apposito verbale.
La reiterazione per tre volte della violazione delle norme in materia di sicurezza sugli impianti da parte delle imprese abilitate comporta, nelle ipotesi di particolare gravità, la temporanea sospensione dell’iscrizione dal registro delle imprese oppure dall’albo provinciale, su espressa istanza degli accertatori e giudizio delle commissioni che si occupano della tenuta dei registri e degli albi.
Modulo Dichiarazione di Conformità Impianto Elettrico Word e PDF Editabile
Di seguito si trova un fac simile dichiarazione di conformità impianto elettrico Word e PDF che può essere scaricato e compilato.