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In questa guida spieghiamo come funziona la delega a condurre e proponiamo un modulo delega per guidare auto altrui Word e PDF da utilizzare come esempio.
Delega per Guidare Auto Altrui
Il 14 dicembre 2024 è entrato in vigore un aggiornamento importante del Codice della Strada, che introduce nuove regole riguardo all’utilizzo di autovetture non intestate al conducente. L’intento principale del legislatore è quello di garantire maggiore sicurezza sulla rete viaria nazionale e, al contempo, arginare l’abuso dell’uso continuato di veicoli prestati a terzi senza un controllo adeguato. La novità cardine consiste nell’aver stabilito che un’auto possa essere guidata da persona diversa dal proprietario per un periodo massimo di trenta giorni consecutivi. Prima di questa riforma, la norma era più generica: richiedeva comunque che il proprietario fosse d’accordo, ma non prevedeva limiti temporali così definiti, se non in casi particolari di comodato o intestazione temporanea. Ora il limite dei trenta giorni diventa tassativo, eccetto che per i familiari conviventi. Nel caso in cui proprietario e conducente facciano parte dello stesso nucleo familiare e risultino nella medesima residenza, la guida dell’auto è libera da vincoli temporali.
Con la nuova norma, chi viene sorpreso alla guida di un’auto non intestata a sé dopo averla già utilizzata oltre il periodo consentito rischia sanzioni amministrative decisamente elevate. Le multe, secondo quanto stabilito, partono da un importo minimo di 728 euro e possono arrivare fino a 3.636 euro, con la concreta possibilità di vedersi ritirata la carta di circolazione. Nei casi più gravi o di recidiva, non si esclude nemmeno il fermo amministrativo del mezzo. Le autorità di polizia stradale e i vari organi di vigilanza sono stati invitati a intensificare i controlli, annotando i dati dei veicoli e dei conducenti durante i posti di blocco o in occasione di incidenti stradali, in modo da rilevare possibili usi prolungati e non conformi alla legge del medesimo veicolo da parte della stessa persona. Il principio ispiratore della riforma sta nel voler limitare gli usi continuativi di mezzi che non risultano, di fatto, intestati a chi li guida, e costringere a rendere tracciabile e ufficiale il legame tra proprietario e conducente abituale.
A fronte di questo quadro, sorge spontanea la domanda su come regolarsi se, per motivi personali o familiari, si ha la necessità di utilizzare regolarmente un’automobile non propria. La soluzione prevista dalla nuova normativa è rappresentata dalla stipula di un contratto di comodato d’uso e dalla sua registrazione presso la Motorizzazione Civile. Il comodato, secondo il diritto civile, è quel tipo di accordo con cui il proprietario di un bene lo cede in uso gratuito a un altro soggetto, che ne diviene custode e utilizzatore per un periodo definito o per un determinato scopo. Tradotta nello specifico contesto delle automobili, la formula del comodato d’uso rende ufficiale la posizione di chi guida abitualmente un veicolo altrui, superando così il limite dei trenta giorni. Con questo documento, non si corre più il rischio di dover lasciare l’auto in garage o di guidarla clandestinamente. Per avviare il procedimento, bisogna compilare il modello TT2119 e allegarvi una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà firmata dal proprietario. La procedura è piuttosto semplice ed economicamente accessibile, perché richiede il pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti di motorizzazione, per una cifra complessiva intorno ai 26 euro. Una volta consegnata la documentazione necessaria, la Motorizzazione Civile registra il comodato e annota i dati del conducente temporaneo nel sistema, fornendo una copertura legale a tempo indeterminato. Anche se inizialmente questa operazione potrebbe sembrare un passaggio burocratico in più, alla lunga risulta conveniente e mette al riparo da multe salate e dal rischio di ritiro dei documenti di circolazione. Chi ha necessità di guidare per più di un mese consecutivo la vettura di un parente non convivente, di un amico o di un collega, dovrebbe dunque ponderare seriamente l’idea di seguire questa via per regolarizzare la posizione.
La legge disciplina in modo specifico anche il rapporto tra familiari. Quando si parla di persone che abitano insieme e risultano sullo stesso stato di famiglia, come coniugi o genitori e figli che abitano nella stessa casa, non si applica alcuna limitazione temporale. La logica della norma è che chi risulta convivente con l’intestatario dell’auto possa guidarla liberamente senza dover presentare ulteriori documenti o registrazioni. Si tratta di un’eccezione alla regola dei trenta giorni, giustificata dal fatto che, entro lo stesso nucleo, le autorità sanno individuare facilmente il proprietario e il conducente. Ciò non significa, però, che si possa sempre e comunque condurre il veicolo a proprio piacimento. È importante, infatti, prestare attenzione alle clausole contrattuali della polizza assicurativa. Diverse compagnie prevedono limiti d’età o restrizioni per i neopatentati o per i conducenti al di fuori di una lista di nominativi autorizzati. Se la polizza assicurativa è, ad esempio, stipulata per una guida esclusiva del proprietario o di soggetti di età superiore ai venticinque anni, chi fa parte della famiglia, pur convivendo, potrebbe non essere coperto in caso di sinistro. Di qui l’importanza di consultare le condizioni assicurative prima di mettersi alla guida di un’auto non intestata a se stessi. Con i familiari non conviventi, invece, il legislatore ha scelto di equipararli agli estranei. Anche se può sembrare paradossale, la nuova norma mira a evitare che la titolarità di un’auto rimanga in capo a una persona, mentre un’altra ne faccia uso continuativo senza che ne risulti alcuna traccia. Anche in questo caso, la soglia di tolleranza di un mese può venire superata unicamente attraverso il comodato d’uso registrato. A tal proposito, è bene ricordare che, se il proprietario del veicolo è defunto, la legge permette di continuare a guidare l’auto per un periodo massimo di trenta giorni dal decesso. Dopodiché bisognerà procedere alla successione, all’eventuale passaggio di proprietà o almeno a un’intestazione temporanea a nome dell’erede, per regolarizzare la situazione. Nel caso di veicoli affidati a colleghi o amici, la possibilità di prestare la macchina resta consentita a patto che non si superi la soglia temporale stabilita dalla legge. Per una serata, per un weekend, per le classiche emergenze o in quelle situazioni in cui ci si alterna alla guida durante un lungo viaggio, tutto si risolve senza problemi. Nel momento in cui la persona terza che non appartiene alla famiglia decide di guidare il veicolo in modo continuativo e abituale, si entra nell’ambito della regolarizzazione. Il mancato rispetto di questa regola può comportare, come già accennato, multe pesanti che vanno da 728 euro fino a 3.636 euro.
Un ulteriore aspetto di cui tenere conto è il regime di responsabilità in caso di infrazioni o incidenti. Se la violazione del Codice della Strada viene contestata immediatamente, le forze dell’ordine identificano nel guidatore il principale responsabile del pagamento della multa e della decurtazione dei punti patente. Nel caso di sanzioni che vengono inviate successivamente al proprietario dell’auto – per esempio, quando l’infrazione viene rilevata da un autovelox – tocca al proprietario comunicare entro sessanta giorni i dati della persona che effettivamente si trovava alla guida, fornendo il nominativo di chi deve subire la penalità pecuniaria e l’eventuale perdita di punti. Se non lo fa, o se non è in grado di dimostrare chi fosse al volante, rischia di assumersi anche la responsabilità amministrativa e la decurtazione dei punti, oltre alla sanzione supplementare per omessa comunicazione dei dati del conducente.
Un ultimo aspetto da non trascurare riguarda i viaggi all’estero con un’auto non intestata al conducente. In molti Paesi è consigliabile munirsi di una delega a condurre redatta su carta semplice, in italiano e in inglese, eventualmente con firma autenticata presso un notaio o un’autorità competente. Sebbene non sia obbligatoria in tutti gli Stati, la delega permette di dimostrare, in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine straniere, che il veicolo non è rubato né esportato illegalmente, ma regolarmente prestato dal suo proprietario a un’altra persona. Alcune frontiere potrebbero esigere di vedere un documento che provi il permesso del legittimo proprietario per mettere in circolazione un veicolo fuori dal territorio nazionale di immatricolazione. Alla luce di tutto questo, è evidente che la nuova normativa non vuole impedire il prestito dell’auto o scoraggiare le situazioni di solidarietà e flessibilità tra amici, parenti o colleghi, ma piuttosto garantire trasparenza sull’effettivo utilizzatore del mezzo. Chi ha bisogno di usare l’auto di un altro soggetto saltuariamente, per periodi brevi, può continuare a farlo senza incorrere in particolari rischi o sanzioni. Diventa però fondamentale comprendere che, oltre la soglia dei trenta giorni consecutivi, la legge richiede una comunicazione ufficiale alla Motorizzazione Civile, risolvibile con un modesto onere economico. In questo modo, si evita di incappare nelle nuove sanzioni, sempre più alte a causa dell’indirizzo generale delle autorità di inasprire le ammende in materia di circolazione stradale.
Dal punto di vista dell’utente medio, il suggerimento più importante è quello di valutare, sin dal primo momento, quanto a lungo si prevede di utilizzare il veicolo altrui. Se il bisogno è limitato a un’occasione, non c’è bisogno di preoccuparsi della procedura, a patto di avere il consenso del proprietario e di possedere una patente idonea. Se, invece, appare chiaro che la guida si protrarrà oltre il mese, la forma giuridica del comodato è l’unico modo per tutelarsi. Questa strategia, pur richiedendo un minimo sforzo in termini di compilazione di documenti e di spesa, risulta la più sicura e vantaggiosa. D’altro canto, i rischi legati a un controllo da parte delle forze dell’ordine, con conseguente multa e ritiro dei documenti, sono di gran lunga superiori. Diventa quindi logico muoversi per tempo ed evitare qualsiasi irregolarità. Il risultato finale sarà un quadro più limpido delle responsabilità e una maggiore tranquillità per proprietari e conducenti, con una riduzione sensibile degli abusi e degli incidenti conseguenti alla guida di veicoli intestati a persone che non ne hanno il reale controllo

Modulo Delega per Guidare Auto Altrui Word
Di seguito si trova un fac simile delega per guidare auto altrui Word che è possibile utilizzare come bozza. Il documento di esempio è in formato DOC, può di conseguenza essere aperto e compilato con Word, convertito in PDF o stampato.
Modulo Delega per Guidare Auto Altrui PDF Editabile
Il fac simile delega per guidare auto altrui PDF editabile può essere scaricato e compilato con i dati mancanti.