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Home » Lettera di Diffida per Danno Temuto – Fac Simile Word e PDF e Guida alla Compilazione

Lettera di Diffida per Danno Temuto – Fac Simile Word e PDF e Guida alla Compilazione

Aggiornato il 18 Febbraio 2025 da Luca Martini

Indice

  • Diffida per Danno Temuto
  • Fac Simile Lettera di Diffida per Danno Temuto PDF Editabile

In questa guida spieghiamo come funziona la diffida per danno temuto e proponiamo un fac simile lettera di diffida per danno temuto Word e PDF da utilizzare come esempio.

Diffida per Danno Temuto

La diffida per danno temuto è uno strumento che il nostro ordinamento giuridico mette a disposizione di chi avverte un rischio concreto di subire un pregiudizio a causa del comportamento o dell’omissione di un soggetto terzo. La sua finalità è quella di prevenire un danno, richiamando formalmente la controparte a eliminare o ridurre la situazione di pericolo. Si tratta quindi di un atto di messa in mora che, in senso lato, richiama l’idea della diffida ad adempiere, disciplinata all’articolo 1454 del Codice Civile, ma che si distingue da essa visto che non riguarda l’inadempimento di un obbligo contrattuale, ma la necessità di agire (o di astenersi dal continuare una condotta) al fine di evitare che si concretizzi un danno imminente.

L’ordinamento italiano prevede diverse forme di tutela per chi teme di subire un danno. Nello specifico, gli articoli 1171 e 1172 del Codice Civile disciplinano due azioni di natura cautelare: la denuncia di nuova opera (art. 1171) e la denunzca di danno temuto (art. 1172). Quest’ultima si rivolge alla prevenzione di eventi pericolosi che minacciano il patrimonio o la persona e può essere accompagnata o preceduta da una diffida formale, rivolta al soggetto che sta causando, o potrebbe causare, il danno. La logica è quella di invitare la controparte ad adottare misure idonee a scongiurare il pericolo, evitando così che si debba procedere in giudizio o che, comunque, si arrivi a una controversia più ampia e dispendiosa.

Nonostante la diffida per danno temuto abbia un presupposto differente dalla diffida ad adempiere, le modalità pratiche di redazione e di invio possono essere assimilate, almeno in parte, a quelle della diffida ad adempiere disciplinata all’articolo 1454 del Codice Civile. In quest’ultimo caso, si sollecita l’adempimento di un obbligo contrattuale entro un termine congruo (di regola non inferiore a 15 giorni, salvo che le parti non abbiano pattuito diversamente o che la natura del contratto non richieda un termine più breve). Se l’obbligo contrattuale non è adempiuto entro quel termine, opera la risoluzione automatica del contratto. La diffida per danno temuto, invece, non ha come scopo la risoluzione di un vincolo contrattuale, ma quello di mettere formalmente in mora il soggetto che sta cagionando, o potrebbe cagionare, un danno, invitandolo a rimuovere la causa del pericolo prima che sia troppo tardi. Questo tipo di diffida trova spesso applicazione in situazioni di vicinato o di rapporti commerciali in cui ci si avvede che una determinata attività, un’opera in costruzione o un impianto potrebbe generare un pericolo imminente. Si pensi, ad esempio, a un soggetto che sta realizzando una sopraelevazione o un intervento edilizio tale da compromettere la stabilità di un edificio adiacente, oppure a un’azienda che stocca materiali pericolosi in modo inappropriato, esponendo l’ambiente circostante e le persone a rischi significativi. Prima di intraprendere un’azione in sede giudiziaria, è buona prassi diffidare il responsabile a mettere in sicurezza l’opera o a rimuovere le cause del pericolo. La diffida ad adempiere, qui menzionata per analogia, serve a capire come la forma scritta, il contenuto chiaro e l’uso di modalità di invio tracciabili (raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC) costituiscano elementi fondamentali anche per la diffida per danno temuto.

Come per la lettera di diffida ad adempiere, anche nella diffida per danno temuto è importante strutturare il testo in modo chiaro e lineare, spiegando: chi è il mittente, chi è il destinatario, quali circostanze concrete hanno generato la paura di subire il danno, quali obblighi o misure si richiedono per evitare il pericolo e quale termine si concede per l’adozione degli interventi necessari. Non esistono regole rigide e generali per stabilire il termine congruo, visto che occorre tener econto della specifica situazione, dell’urgenza con cui occorre intervenire e del grado di rischio. In alcune circostanze, il pericolo è tale da non permettere dilazioni e, quindi, la diffida potrebbe richiedere un’azione immediata. Analogamente alla diffida ad adempiere, è buona norma anticipare o allegare anche un eventuale riferimento alle possibili azioni future in mancanza di riscontro. Se l’interlocutore non si attiva per rimuovere la fonte di pericolo, chi ha inviato la diffida potrà rivolgersi all’autorità giudiziaria competente per richiedere provvedimenti d’urgenza volti a impedire o limitare il danno. In questo senso, la diffida per danno temuto assume anche un valore probatorio, poiché dimostra la volontà del mittente di trovare una soluzione stragiudiziale prima di coinvolgere i tribunali. Nel caso in cui si arrivi davanti a un giudice, l’aver inviato la diffida può essere considerato indice di buona fede e ragionevolezza, aspetto che spesso influisce sulla valutazione complessiva della controversia.

Nella pratica, chi riceve una diffida potrebbe rivolgersi al proprio avvocato per valutare se risponda effettivamente a un pericolo concreto oppure se vi siano margini per contestarne la validità. Spesso, proprio l’intervento di un legale facilita l’apertura di un confronto più sereno e tecnico, permettendo di individuare soluzioni satisfattive per entrambe le parti. Non a caso, tanto nella diffida ad adempiere quanto nella diffida per danno temuto, il ruolo di un professionista legale è determinante: da un lato, aiuta a redigere la diffida in modo ineccepibile, inserendo tutti i riferimenti normativi e i profili di responsabilità; dall’altro, assiste il destinatario nella corretta interpretazione della richiesta e nell’eventuale attuazione delle misure riparatorie. Sul piano pratico, l’invio della diffida per danno temuto può avvenire mediante raccomandata o posta elettronica certificata (PEC), quando il destinatario ne è provvisto. La tracciabilità dell’invio è cruciale per dimostrare l’effettiva ricezione dell’atto e la conoscenza effettiva del contenuto. Come avviene per la diffida ad adempiere, non è invece sufficiente una semplice comunicazione verbale o telefonica: la forma scritta è indispensabile per poter dimostrare in giudizio di aver formalmente richiesto l’adozione delle misure necessarie a scongiurare il danno.

Dopo l’invio, possono verificarsi diversi scenari. Il destinatario può effettivamente recepire l’invito e intervenire per eliminare o ridurre la situazione di pericolo, così da evitare un potenziale contenzioso. Oppure, può rispondere a sua volta con una lettera in cui nega la fondatezza del pericolo o adduce ragioni tecniche che smentiscono l’eventualità del danno. Talvolta, potrebbe perfino ignorare la diffida, costringendo il mittente a rivolgersi al giudice per ottenere provvedimenti urgenti. In casi di particolare gravità, chi nutre il timore di subire un danno imminente potrà avvalersi di rimedi cautelari di varia natura (ad esempio, il ricorso d’urgenza ex art. 700 c.p.c. o la denunzia di nuova opera o di danno temuto) per bloccare i lavori o imporre specifiche cautele all’altra parte.

È evidente, dunque, come la diffida per danno temuto funzioni come un campanello d’allarme che segnala al potenziale responsabile la necessità di intervenire rapidamente, in un’ottica di prevenzione. È consigliabile, specialmente quando la posta in gioco è alta o coinvolge interessi rilevanti (come la sicurezza personale, la tutela dell’ambiente o la stabilità di un edificio), farsi affiancare da un avvocato sin dalla fase di predisposizione della diffida. Questo riduce drasticamente il rischio di omissioni o formulazioni vaghe che possano inficiare l’efficacia dell’atto. In più, l’assistenza legale permette di valutare in modo realistico le prospettive di successo di un’eventuale azione giudiziaria, nel caso in cui la diffida non sortisca l’effetto desiderato.

Diffida per Danno Temuto
Diffida per Danno Temuto

Modello Lettera di Diffida per Danno Temuto Word

Di seguito si trova un fac simile lettera di diffida per danno temuto Word che è possibile utilizzare come bozza. Il documento di esempio è in formato DOC, può di conseguenza essere aperto e compilato con Word, convertito in PDF o stampato.

Icona
Fac simile diffida per danno temuto Word
1 file(s)

Fac Simile Lettera di Diffida per Danno Temuto PDF Editabile

Il fac simile lettera di diffida per danno temuto PDF editabile può essere scaricato e compilato con i dati mancanti.

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Fac simile diffida per danno temuto PDF
1 file(s)

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