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In questa guida spieghiamo come compilare una dichiarazione di conformità MOCA e proponiamo un fac simile dichiarazione MOCA da utilizzare come esempio.
Come Compilare una Dichiarazione di Conformità MOCA
I beni alimentari si connotano per la loro consumabilità, nel breve e nel lungo periodo, pertanto anche la loro commerciabilità risente di tale specifica connotazione. Gli alimenti, infatti, si distinguono in varie categorie che permettono di inserire gli stessi all’interno di specifiche catene di produzione, nonché di conservazione e infine di distribuzione. Durante ciascuna fase i prodotti alimentari vengono a contatto con diversi tipi di materiali, nonché di superfici. Dagli imballaggi utilizzati per effettuare i confezionamenti a tutti i macchinari necessari per la trasformazione dei vari alimenti, ogni oggetto o materiale che venga a contatto i cibi deve essere classificato e visionato per garantire l’assenza di contaminazione batterica o relativa ad altri problemi che possono inficiare il Gli uni e gli altri vengono studiati per fare in modo che non vi siano contaminazioni dalle quali possano derivare conseguenze dannose per il corpo umano. Tali elementi vengono denominati convenzionalmente MOCA, cioè Materiali ed Oggetti a Contatto con gli Alimenti. Ogni accortezza presa in tal senso necessita, tuttavia, di specifiche certificazioni atte ad assicurare idonei livelli di sicurezza alimentare. Oltre alla sicurezza alimentare il rischio è anche quello di alterare semplicemente il sapore degli alimenti che verranno ingeriti sussistendo la possibilità che vengano a contatto con sostanze capaci di incidere in questo modo sul prodotto finale.
I materiali e gli oggetti a contatto con gli alimenti, definiti ed identificati in breve MOCA, sono sottoposto a controlli derivanti da imposizioni normative che, allo stesso modo, devono soddisfare una serie di requisiti legali previsti dalle regolamentazioni nazionali ed europee. Tra i materiali più utilizzati e che giungono direttamente a contatto con gli alimenti si annoverano materiali ceramici, pellicola di cellulosa rigenerata, nonché plastica, anche riciclata. Si tratta di materiali che non devono rilasciare i loro componenti negli alimenti e non devono comportare alcuna modifica all’interno della loro composizione fisica o chimica. In sostanza, gli alimenti non devono subire alcun tipo di alterazione a contatto con i vari materiali di utilizzo usati per la loro trasformazione oppure a contatto con materiali di conservazione. I vari sistemi di produzione che trattano alimenti devono dotarsi di specifici strumenti di produzione e di trasformazione dei prodotti alimentari finiti. Vengono, dunque, effettuate prove e verifiche relative ai componenti i materiali in questione, al fine di evitare qualsiasi genere di contaminazione con i cibi o di alterazione di sapori e odori loro caratteristici. Anche gli stessi recipienti o mestoli che entrano in contatto con i comuni alimenti possono influire sul loro sapore o gusto finale. Per questo motivo è importante per gli ambienti industrializzati rispettare quanto normativamente previsto al fine di non creare contaminazioni di sorta e mantenere gli ambienti all’interno dei quali vengono inseriti cibi e alimenti vari quanto più possibile asettici e incontaminati loro stessi.
Il quadro normativo appare piuttosto frammentato all’interno del panorama europeo e nazionale per quanto riguarda la legislazione e la regolamentazione che disciplina il settore alimentare, nello specifico quello relativo ai metodi di produzione, di trasformazione, di confezionamento e di di distribuzione dei prodotti alimentari. Nello specifico è il regolamento UE numero 10/2011 che si occupa di descrivere le norme sulla composizione dei materiali e degli oggetti a contatto con gli alimenti. In aggiunta tale regolamento comprende anche un elenco dettagliato di tutte quelle sostanze, appositamente autorizzate, utilizzabili nella realizzazione dei materiali in plastica che entreranno in contatto con gli alimenti.
Il Ministero della Salute rimanda espressamente alla normativa di natura comunitaria, specificando la facoltà per ogni Paese membro di aderire in tal senso alla disciplina sopra richiamata. In questo modo gli stessi Paesi membri acquisiscono adeguata legittimazione al fine di effettuare gli opportuni controlli in merito. Infatti, le autorità a tal scopo preposte hanno l’obbligo di effettuare determinati controlli sui prodotti MOCA. Gli operatori economici devono, dunque, rispettare pedissequamente una serie di indicazioni previste a livello di normazione europea. Il sistema normativo comunitario maggiormente armonizzato è quello previsto dal regolamento numero 1935/2004. Tale regolamento presuppone e predispone quale elemento fondamentale l’operato del settore scientifico a sostegno delle elaborazioni che derivano dalle varie sperimentazioni del caso sui materiali da utilizzarsi a contatto con i diversi alimenti. Gli scienziati devono, infatti, stabilire quali siano le soglie di tollerabilità rispetto alla contaminazioni possibili tra i materiali e i cibi con i quali entrano in contatto.
I materiali oggetti a contatto con gli alimenti sono disciplinati specificamente da una serie di regolamenti di derivazione comunitaria. Tra questi si menziona espressamente il regolamento CE 1935/2004, il quale indica tutti quei principi necessari da attuare attuare sugli oggetti e su quelle macchine destinate al contatto con gli alimenti. Tra i requisiti generali rientrano: la tracciabilità, la rintracciabilità e l’etichettatura nonché la dichiarazione di conformità che risulta obbligatoria. Un ulteriore regolamento è il numero 2023 del 2006, il quale chiarisce determinati obblighi a carico di costruttori, trasformatori e distributori, introducendo specifiche discipline in relazione alla buona condotta di tutti quelli che sono destinati ad entrare in contatto con gli alimenti in ogni fase relativa alla produzione, trasformazione e distribuzione. Il regolamento dell’Unione Europea numero 10 del 2011 disciplina, allo stesso modo, quali debbano essere le caratteristiche fondamentali dei materiali e soprattutto degli oggetti in plastica che vengono in contatto con gli alimenti. Ciò mira a classificare gli oggetti in plastica secondo il proprio livello di tossicità e di contaminazione qualora gli stessi entrino in contatto con alimenti specifici. Lo scopo evidentemente rimane quello di evitare possibili contaminazioni, in questo caso di plastica, con i prodotti alimentari stessi.
La definizione di alimento rientra in quella normativamente descritta ed indicata come qualsiasi sostanza o prodotto trasformato, parzialmente trasformato o non trasformato destinato ad essere ingerito o rispetto al quale si prevede che ragionevolmente possa essere ingerito da esseri umani. Tale definizione comprende anche l’acqua che viene intenzionalmente incorporata all’interno degli alimenti durante la fase di produzione, oppure di preparazione o di trattamento fino ad elaborare il prodotto finito da distribuire o da vendere. L’acqua che è inclusa nella produzione o nella trasformazione degli alimenti deve, ad ogni modo rispettare i valori definiti dalla direttiva europea numero 98/83 CE.
In Italia, il primo riferimento normativo elaborato in relazione alle prerogative e alle richieste sorte al fine di redigere una idonea certificazione MOCA risalgono al D.M. n. 6 del 21 marzo 1973. Tale Decreto Ministeriale disciplina, infatti, il fattore igienico con specifico riferimento agli imballaggi, ai recipienti o utensili destinati ad entrare in contatto con le sostanze alimentari. Soltanto con l’ingresso della disciplina di matrice comunitaria, tuttavia, la regolamentazione ha cambiato assetto e si riferisce, oggi, al Regolamento 1935/2004/CE. Il riferimento principale della normativa in oggetto riguarda in maniera preponderante le buone pratiche di fabbricazione. Tutto ciò è, infatti, volto a controllare che, durante le normali fasi di produzione, di trasformazione e di distribuzione dei beni alimentari, questi non vengano contaminati da particelle di materiali potenzialmente pericolosi per la salute umana. L’eventuale trasferimento di parti di materiale plastico o da esso derivante, se anche ammesso, non deve, tuttavia, superare una certa soglia stabilita preventivamente dal settore scientifico di pertinenza. Questo organo ministeriale è, pertanto, deputato al controllo e alla sperimentazione in relazione ai possibili effetti che l’eventuale o potenziale presenza negli alimenti di microelementi non edibili possano sortire effetti indesiderati una volta ingeriti da un qualsiasi soggetto fisico. Per tale motivo, i limiti vengono stabiliti non solo in relazione agli effetti ma soprattutto in considerazione della tossicità prevista sulla base delle capacità del corpo umano. Ad ogni modo, sarebbe comunque impensabile non prevedere alcun tipo di contaminazione in assoluto, dal momento che la semplice lavorazione di base non consente di evitare prodotti estranei in maniera completa. Per quanto possibile, dunque, i limiti previsti rispondono all’esigenza di ridurre potenzialmente tutti quei rischi connessi alla possibile contaminazione realizzabile.
Le certificazioni inerenti la qualità e l’affidabilità dei prodotti in considerazione vengono redatte propriamente sulla scorta delle indicazioni e di requisiti previsti a livello normativo, sia in vista della legge nazionale che di quelle internazionali oppure europee. Lo scopo di ogni tipo di certificazione è chiaramente quello di accertare non soltanto i livelli di qualità previsti in accordo con i dati normativi di riferimento, ma è anche quello di tutelare per quanto possibile i soggetti che inevitabilmente giungono a relazionarsi con determinati tipi di prodotti. Nello specifico, la certificazione MOCA, relativa all’individuazione e all’accertamento dei livelli di accettabilità dei materiali e degli oggetti che entrano a contatto con gli alimenti, mira a tutelare la salute umana. Tale certificazione restituisce garanzia in merito alla qualità del prodotto finito, assicurando al consumatore finale l’assenza di alterazioni o contaminazioni di vario genere con i materiali utilizzati per produrre o comunque per trasformare gli alimenti in considerazione. Tramite l’etichettatura, in particolare, è possibile rintracciare e ripercorrere quelle che sono state le fasi di produzione e di finitura del prodotto alimentare.
Coloro che sono deputati a rilasciare la certificazione MOCA sono, innanzitutto, i produttori di tutte quelle sostanze poi destinate ad essere usate per la produzione di materiali e altri oggetti che entreranno a contatto con gli alimenti, nonché i produttori di materiali semilavorati o intermedi, così come i produttori degli elementi e prodotti finiti. Allo stesso modo, anche gli importatori di tutti i materiali sopra descritti devono rilasciare la certificazione MOCA, nonché gli utilizzatori finali. Dunque, responsabile della redazione di tale certificato è l’operatore economico. L’eventuale violazione del regolamento che disciplina i MOCA è normata dal D. Lgs. 29/2017 che prevede sanzioni di natura pecuniaria comminate a tutti quegli operatori economici che operino in violazione dei regolamenti previsti a tutela della salute umana tramite la disciplina dei MOCA rispetto ai quali è previsto, dunque, un obbligo di opportuna certificazione.
Fac Simile Dichiarazione MOCA
Di seguito si trova un fac simile dichiarazione di conformità MOCA.